Poesie MG

Nella Vita

Per conoscer l’oblio profondo
scendendo la tragedia che mi colse ingenua.

Nel tempo delle zolle aride,
come il collo di un vecchio uomo.

Seccandomi le vene, pungendomi l’animo triste,
leggiadra cavalcai la sorella padrona

A quel tempo il sole giocava nell’erba e
conosceva già i segreti della terra amara,
lavorata dai forti polpacci della donna tartaruga.

La notte sotto le stelle parole uscivano dal fuoco
per entrare nella sua bocca e poi
soffiate di nuovo come fumo creava immagini di dragoni volanti
sui muri invisibili.

Cercare nel segreto dell’orizzonte astrale
al tempo di nuvole grigie
gli uccelli volano bassi.

Nelle nuvole il segreto dell’essere-materia ibrida
Conchiglia fossile

Il tempo non da tregua ai pensieri neri
se la corda tiene per salire ai piedi del cielo.
Nel dolore dell’amore dello spirito.

MG

1999

La distanza danza con il tempo
che ci ruba lo spazio eterno

tra il presente prossimo/futuro
sospensione gassosa compressa

tela dove gli Universi paralleli trovano spazio
tra le fauci delle notti buie

dove per assenza stellare
i fantasmi si moltiplicano

i sogni soggiogano la meschinità presente
fatta dall'attimo cosciente

alla quadratura terrestre
nel vortex stratosferico
di un presente incondizionato

dove l'essere ritrova la libertà totale
e non clonaggio molecolare.

Senza anima lo spirito muore e la cosi' anche la materia.
Universalmente all'unisono tra corpo e spirito.

MG

 

Vuoto di Padre

Nelle tue Mani era il segreto della Vita
Ora voli nella mia mente nera
Non posso sperare nel Mare

La sua Forza è tenace
Infuocata Lava di Litantrace
Potessi sprofondare nel Magma primordiale

Ripartire dal Nulla
Dal vuoto del Nettare astrale
Dipingerei il ritorno con parole variegate

Il sole che nasce ogli giorno
vorrebbe bruciare i sogni variopinti di una vita bicolore

In quel momento Cruciale
resto trafitta al Cuore
Salendo le Scale dorate
al sapore amaro del Sale

Cadere nel vuoto fermando le ali
Nel Mare

MG

 

Pathos

Nel tempo del dolore
Non c’è canto
Il sole brucia
L’odio si placa nel vuoto

Il perdurare della sofferenza è come un viandante stanco

Solitudine dell’essere
traversato dalla luce oscura del cosmos parallelo
librato al vuoto
profano all’universo
cieco nell’anima
morto prima di nascere

polvere celeste d’artifizio
il cerchio col suo centro
siamo nati dallo stesso granello
nessun occhio può esaltare
la profondità del nulla

ci si ritrova sparsi
attirati verso la vertigine astrale dell’infinito
dove c’è l’altra parte di noi

la gioia potrebbe rompersi
ad ogni sbadiglio dell’infinito

Gerusalemme libera
nelle lacrime della pioggia  è l’essenza della vita
il dolore  è il vagito del tuono
nella tempesta furiosa degli uomini
non c’è più pace per l’amore
la disperazione mangia la polvere che ricopre il sangue versato invano

MG